Neoplasia intraepiteliale anale: efficacia di Imiquimod negli uomini positivi per il virus HIV


Ricercatori del Competence Network HIV/AIDS hanno valutato il trattamento della neoplasia intraepiteliale anale con Imiquimod ( Aldara ) negli uomini HIV-positivi che hanno rapporti sessuali omosessuali.
Il periodo osservazionale di questo studio prospettico è stato in media di 9.5 mesi.

Lo studio ha riguardato 28 uomini omosessuali HIV-positivi con neoplasia intraepiteliale perianale ( n = 23 ) o intra-anale ( n = 5 ), confermata istologicamente.

Il trattamento durante la notte consisteva nell’applicazione di una crema a base di Imiquimod per i pazienti con neoplasia intraepiteliale perianale o di supposte per i pazienti con neoplasia intraepiteliale intra-anale, 3 volte a settimana per 16 settimane.

Il 61% di tutti i pazienti ed il 77% dei pazienti con neoplasia intraepiteliale anale, che hanno applicato Imiquimod su istruzione, hanno mostrato clearance clinica ed istologica alla fine della terapia.

Quattro pazienti hanno presentato neoplasia intraepiteliale anale residua ed 1 paziente non è migliorato.

La risposta clinica è stata accompagnata da un deciso declino nei carichi di DNA di HPV ( papillomavirus umano ) e da una riduzione del numero di tipi di HPV, ma la clearance di HPV, di lunga durata, è stata raramente raggiunta.

Durante il periodo di follow-up, la neoplasia intraepiteliale anale è scomparsa in 3 pazienti con neoplasia intraepiteliale residua.

Il 78% dei pazienti responder ad Imiquimod con almeno 5 mesi di follow-up ha presentato un quadro clinico e citologico normale alla fine del periodo di follow-up.

Tre pazienti responder primari sono andati incontro ad una recidiva.

In 6 pazienti non è stato osservato nessun miglioramento clinico o morfologico ed i carichi di HPV DNA sono rimasti alti.

I dati dello studio hanno mostrato che Imiquimod sembra essere un’opzione terapeutica efficace per la neoplasia intraepiteliale anale nei soggetti omosessuali HIV-positivi. ( Xagena2006 )

Wieland U et al, Arch Dermatol 2006; 142: 1438-1444


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